” L’anamorfosi inverte gli elementi e i principi della naturalità prospettica: proietta le forme fuor di se stesse invece di ridurle ai loro limiti visibili, e le disgrega perché si ricompongano in un secondo tempo, quando siano viste da un punto determinato o riflesse in uno specchio particolare.
Ne deriva un mondo in cui realtà e finzione finiscono per confondersi.
Il procedimento si afferma come curiosità tecnica, ma contiene una poetica dell’astrazione, una filosofia della realtà artificiosa.
Le immagini ad un primo sguardo appaiono distorte, mostruose, indecifrabili, ma se viste da un certo punto dello spazio o riflesse con accorgimenti particolari, si ricompongono, si rettificano, svelando figure a prima vista non percepibili. I visionari di ogni tempo hanno amato queste trasfigurazioni che rivelano il lato fantastico della natura. La rettifica operata dallo specchio, dove si vedono le forme esatte emergere dal caos, possiede anch’essa questo elemento soprannaturale: esse infatti ricompaiono non più su una superfice piana, ma entro una profondità che si rivela improvvisamente, insieme all’immagine, nel barbaglio dei riflessi metallici. L’immagine si anima, si muove, cambia al minimo spostamento degli occhi. Ruota in un regno fatato dove tutte le cose diventano presenti e intangibili allo stesso tempo”.

Jurgis Baltrusaitis (da “Anamorfosi o magia artificiale degli effetti meravigliosi”, 1969)

Non è forse la stessa magia che trasforma i segni contorti e misteriosi di una partitura in una musica sublime, adoperando lo strumentista-strumento come specchio anamorfico che anima l’universo dei simboli sonori, presenti e intangibili a loro volta? Ispirandoci alle creazioni fantastiche del Seicento abbiamo ideato una sorta di nuovo Theatrum polydicticum, una sala degli specchi dove le immagini sonore riflesse producono una “nuova” realtà musicale, in cui antico e contemporaneo perdono i loro contorni e si confondono. I mondi che vi interagiscono sono la musica del XVII e XX secolo, straordinariamente legati assieme da sensibilità, circostanze ed esigenze espressive come l’importanza dell’immagine e il suo uso spettacolare, l’influenza della musica popolare e il suo diffondersi nella musica colta, lo sperimentalismo formale ed armonico, l’amore per il sorprendente e lo stravagante, il gusto per l’improvvisazione.

ANAMORFOSI - Musiche allo specchio è una Wunderkammer musicale, un “gabinetto di meraviglie” dove le composizioni, scelte per le loro affinità elettive, appaiono riunite in quattro “specchi” tematici:

Speculum Amoris che affronta il tema della partenza come estraneamento, distacco amoroso
Speculum Doloris dedicato alla malinconia, sentimento in cui ricordo e sofferenza si mescolano con sfumature infinite
Speculum Corruptum, la follia, dove la forza dell’intelletto sembra soccombere alla irrazionalità della natura
Speculum Inversum, l’aldilà dello specchio, la notte, il luogo più profondo dell’animo umano.

In ognuno di questi specchi si intrecciano e si fondono senza soluzione di continuità brani vocali e strumentali del Seicento e del Novecento, colti da un originale punto prospettico che rivela un “nuovo” approccio musicale in cui jazzsong e madrigale, aria a voce sola e canzone d’autore, ciaccona e popmusic sembrano scaturire da una medesima sorgente, da un’unica fonte ispiratrice.


Ideazione di
Giorgio Fava e Luigi Mangiocavallo

Arrangiamenti e composizioni originali per voce ed ensemble di strumenti antichi di
Luigi Mangiocavallo

Esecutori:

Emanuela Galli voce

Doron David Sherwin cornetto

Sonatori de la Gioiosa Marca
(2 violini, viola, violoncello, violone, tiorba & chitarra, cembalo & organo)

Durata del concerto: 2 ore circa con intervallo.
E’ previsto l’utilizzo di impianto di amplificazione e impianto luci.
Si richiede il noleggio del cembalo.
Programma disponibile da maggio/giugno 2005

Autori e musiche del 600

Cipriano de Rore, “Anchor che co’l partire” (1547)
(madrigale nella versione strumentale a 4 (1577), diminuito da R.Rogniono (1592), da D. Sherwin e trascritto da L. Mangiocavallo)
Giulio Caccini, “Torna, deh torna...” (1614)
Biagio Marini, Romanesca (1620)
Tarquinio Merula, Canzon detta La Lusignola a 4, La Merula a 4 (1615), Canzonetta spirituale sopra la nanna (1638)
Martino Pesenti, Pass’e mezzo a 3 (1645)*
Bernardo Storace, Partite sopra la Folia (1664)
Franz H. J. Biber, Serenada “Der Nachtwächter”: Ciacona (1673)
Dietrich Buxtehude, Klaglied (1674)*
Henry Purcell, Fantasie upon one note (1680)

Autori e musiche del 900*

Pino Daniele, Terra Mia
John Taylor, Adios Iony
Gino Paoli, Senza fine
John Lennon - Luigi Mangiocavallo, Fantasia upon Yesterday
Gentle Giant, Peel the paint, I lost my head, On reflection, Edge of twilight
Thelonius Monk, Round Midnight

*Trascrizioni e arrangiamenti originali di L.Mangiocavallo